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Ingrassare per colpa della valutazione del cibo in calorie

Ingrassare per colpa della valutazione del cibo in calorie

Calorie che fanno ingrassare e nutrizione-clinica
Calorie che fanno ingrassare e nutrizione-clinica

Le calorie sono una unità di misura dell’energia introdotte nella dietologia in un lontano passato  e  oggi ampiamente sopravalutate nella valutazione del cibo.  Le calorie consentono infatti una  equivalenza tra cibo “spazzatura” e cibo sano,  perchè non distinguono la qualità di quanto misurano. 100 calorie di una mela appena colta appaiono come 100 calorie di cibo processato. Le calorie alimentari, simbolo Cal o kcal, indicano l’apporto energetico medio di un alimento in relazione al peso.   Le calorie inoltre non consentono di distinguere tra un cibo che fà facilmente ingrassare da uno che ha un comportamento meno pericoloso.  La misurazione delle sole calorie di un alimento senza indicazione della velocità tramite la quali  richiedono una risposta metabolica all’organismo, non è sufficiente a valutare l’impatto su che le ingerisce.

Le calorie nella valutazione del cibo dovrebbero essere sostituite dal carico glicemico provvedendo all’ introduzione di un parametro essenziale ovvero la velocità con le quali diventano disponibili dopo ingestione. Senza indicazione della velocità delle calorie ingerite il loro valore numerico può indurre a comportamenti non corretti. Le calorie senza carico glicemico possono indurre a scelte non coerenti con gli scopi di una nutrizione-clinica sana e sopratutto possono far ingrassare.  Il carico glicemico è un parametro che stabilisce l’impatto sulla glicemia di un pasto glucidico. Il carico glicemico dipende dalla qualità oltre che dalla quantità di carboidrati contenuti dal cibo. Maggiore è il carico glicemico maggiore è il conseguente rilascio di insulina nel sangue, e quindi maggiore è la stimolazione dei processi di accumulo di grasso o litogenesi. Il carico glicemico non dipende soltanto dalle calorie di un alimento, ma dalla velocità di assorbimento introducendo il tempo come parametro rilevante per le scelte tese ad evitare di ingrassare.

La risposta insulinemica di un soggetto che assume carboidrati dipende ampiamente dal carico glicemico.Cibi con alto carico glicemico causano un impatto importante sulla glicemia anche  se consumati in quantità  moderate.  I cibi ad alto carico glicemico oltre a far ingrassare, hanno un altro ulteriore svantaggio. A seguito di una esasperata riposta insulinemica si osserva  successivamente una ipoglicemia reattiva che per il paziente corrisponde a fame. I cibi ad alto carico glicemico oltre a far ingrassare aumentano il senso di fame contribuendo in modo significativo ai comportamenti alimentari compulsivi. Certamente le calorie sono utili nella impostazione di una nutrizione-clinica. Ma la valutazione delle sole calorie di un cibo senza considerare il carico glicemico può favorire comportamenti alimentari che fanno ingrassare.

Una nutrizione-clinica coerente  con il trattamento  è utile per applicare strategie alimentari idonee a ridurre l’ infiammazione cronica e la situazione metabolica iperacida tipica  in questi pazienti.  Qualità del cibo e orario di assunzione interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Cibo inadeguato comporta, infatti, una disregolazione del ritmo circadiano dei glucocorticoidi.  Alla presenza uno stile di vita dettato dalla pubblicità e dalle abitudini o tradizioni, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA.  Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali comportano l’alterazione della corretta risposta infiammatoria. Una nutrizione-clinica coerente con il trattamento seleziona i pasti secondo le retroazioni ormonali indicate, determina un equilibrio acido-base e un contenimento della risposta infiammatoria, della acidificazione e del carico tossine presenti nel cibo. La nutrizione-clinica coerente è  uno strumento rilevante anche nella prevenzione  oltre che nella cure di molte malattie. Cibo e terapia sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici.  Il trattamento tramite nutrizione-clinica è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di  terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico,  verificando l’iscrizione dell’operatore presso l’Ordine dei Medici. La strumentazione per eseguire l’ analisi della composizione corporea è la premessa per un lavoro efficace.  Il trattamento in nutrizione-clinica del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.

Dott. Fabio Elvio Farello

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